Per vendicare il fratello, ingiustamente accusato di un delitto e ucciso in fuga dalla polizia, Rosalia fa innamorare il colpevole e il di lui figlio, scappando col secondo alla vigilia del matrimonio col primo. Epilogo mortale, ma redentore. Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma in coppia con S. Mangano reduce da Riso amaro A. Nazzari dà una delle sue migliori interpretazioni. Nella stagione 1949-50 il film si piazza al 3 posto nella classifica degli incassi, capeggiata da Catene, pure con Nazzari.