10 aprile 1986: è il giorno del confronto fra Pippo Calò e Tommaso Buscetta, il momento più atteso e più acceso di tutto il dibattito processuale: Calò accusa il suo ex amico di essere inaffidabile, facendo leva sulle sue infedeltà maritali; Buscetta reagisce sottolineando le contraddizioni di Calò e accusandolo della sparizione dei suoi due figli. Poi, all'improvviso Buscetta cita un vecchio omicidio rimasto irrisolto, sostenendo che Calò ne sia responsabile. Poi è il pentito Salvatore Contorno a deporre: con il suo intervento in siciliano stretto, il suo linguaggio colorito e la rabbia che traspare dalle sue parole, Contorno rivela i dettagli di svariati crimini efferati e del tentativo di assassinio condotto nei suoi confronti.